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In questa guida spieghiamo come scegliere un compressore audio e proponiamo una recensione dei migliori modelli disponibili sul mercato.
Un compressore audio è costituito da un hardware o da un software atti a modificare alcuni parametri della sorgente audio utilizzata. La tecnologia di questi strumenti può essere analogica o digitale. Leggi la nostra guida per conoscerne il funzionamento, le caratteristiche, le tipologie e come scegliere il modello più adatto alle tue esigenze.
Come Funziona il Compressore Audio
Tecnicamente, quello che fa un compressore è modificare la dinamica del suono: in particolare si prende l’ampiezza di variazione di volume della traccia, che è data dalla differenza tra il volume massimo e quello minimo raggiunto. Attraverso il compressore, è possibile aumentare in maniera selettiva, per riuscire a far emergere suoni che prima, non erano udibili perché troppo bassi, o perché sovrastati da altri suoni.
Chi deve effettuare tale operazione, individua alcune linee guida in base alle quali il compressore lavora
-Tempo di attacco, nel settore viene altresì definito con l’equivalente inglese attack time, e determina la velocità in millisecondi che il compressore avrà una volta cominciato ad operare sulla soglia di riferimento. Solitamente, se il tempo di attacco della traccia audio è medio-lungo, l’azione del compressore sarà più graduale, e quindi sarà possibile ch rimangano delle piccole imperfezioni rispetto alla soglia originariamente fissata (perché, non riuscendo a catturare il suono a quella determinata altezza, lascerà che esso vari di intensità prima di comprimerlo, e quindi esso potrebbe non rientrare più nella soglia stabilita). In caso contrario, un attacco veloce potrebbe rendere più difficoltoso e inutile il lavoro, colpendo anche picchi di volume che non rientrano nella soglia.
-Soglia, si trova di solito espressa in dB e fissa il livello di volume dal quale il compressore inizierà la sua azione ( lasciando quindi invariati i suoni al di sotto della soglia)
-Rapporto di compressione, individuato l’intervallo sul quale operare, si decide quanto bisogna comprimere il file. Tecnicamente, se quest’ultimo valore è molto elevato ( cioè al di sopra dei 10:1) si parla di limiting, mentre in caso contrario il compressore funge da expander più che da compressore: il funzionamento mirerà dunque a aumentare il file audio e ridurrà i volumi al di sotto della soglia stabilita, fino addirittura ad eliminarli del tutto ( cosa molto utile se ad esempio stiamo parlando di rumori di sottofondo).
-Tempo di rilascio, è possibile misurarlo in secondi o millisecondi, determina il tempo che il compressore deve impiegare per ridurre la traccia audio. Solitamente si imposta in modo che il tempo di rilascio sia più lento rispetto a quello dell’attacco, così da far completare per bene tutto il processo. Vi è da dire che un tempo di rilascio troppo breve, infatti, può riprodurre in maniera puntuale tutte le variazioni volumetriche, mentre un rilascio più lento determina un prolungamento eccessivo dell’operazione di compressione, che può portare quindi a modificare suoni sui quali invece non è necessario operare.
-Gain, poiché la compressione determina una generale perdita di volume, il gain fissa il guadagno, appunto, da aggiungere al segnale risultato dell’operazione di compressione.
Quelli elencati sono i parametri che di solito vengono impostati per il compressore. Abbiamo poi anche alcune impostazioni aggiuntive come il Knee, che può essere impostato in modo da rendere più dolce o dura l’azione del compressore. Per quanto riguarda il modo di impostazione dei parametri, non è possibile individuare un approccio più giusto rispetto agli altri, ma tutto dipende esclusivamente dal tipo di risultato che si vuole ottenere con la compressione e, non meno importante, dal tipo di suono con cui si parte. Alcuni compressori facilitano di molto le operazioni, essendo già predisposti per l’azione sui diversi strumenti. Certamente per chi ha ancora molto da scoprire di questo strumento, il pre- settaggio è già una buona possibilità di migliorare l’azione del compressore e il mixaggio in generale.
Oltre ad utilizzare il compressore per aumentare il volume della traccia audio, l’azione di questo strumento modifica in ogni caso la qualità del suono stesso. Questo è un aspetto da tenere sempre in considerazione, per calibrare al meglio le impostazioni del compressore. Gli strumenti che solitamente vengono più modificati dal processo sono le percussioni, ovvero basso e batteria. In tal modo si riesce a far risaltare in maniera chiara e nitida il suono di questi due strumenti, che spesso possono essere sommersi da quelli che suonano il motivo principale del brano, ad esempio le chitarre. Sapendo destreggiarsi in maniera disinvolta con il compressore, è possibile sottoporre a questo passaggio anche la voce: in questo caso molto dipende dallo stile dell’artista, nonché dal gusto personale.
Oltre a modificare i suoni, il compressore può essere utilizzato come expander per togliere i fastidiosi rumori di sottofondo, che potranno essere più o meno definiti a seconda del luogo dove si è registrata la traccia. Il compressore è in ultimo uno strumento di notevole rilevanza nel lavoro di masterizzazione: specie in attività come quella della discografia i compressori sono notevolmente più complessi, e possono addirittura operare in multibanda, concentrandosi ognuno su diverse frequenze.
Compressori Audio più Venduti Online
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